Sigla Oro

Qual è la Sigla dell’Oro? Come capire se un gioiello è d’oro?

È facile rimanere affascinati alla vista di un gioiello d’oro sapientemente esposto in vetrina sotto la giusta luce, che ne esalta la lucentezza… ma come si fa ad essere sicuri che si tratti effettivamente di un gioiello prezioso?

Sicuramente il cartellino del prezzo ci può dare già un’indicazione sul valore del gioiello d’oro, ma per essere consapevoli di cosa si acquista è necessario essere aggiornati in merito al significato di termini come titolo, carati, caratura e punzonatura dell’oro.

Sigla Oro: come riconoscere i gioielli d’oro?

Sicuramente se possiedi un gioiello d’oro, avrai fatto caso che su questo è incisa una piccolissima sigla, visibile con la lente di ingrandimento.

Andando a guardare più da vicino nei gioielli d’oro è possibile distinguere il marchio di identificazione in cui si trova il numero del produttore e la sigla della provincia di origine del gioiello, e il titolo dell’oro.

Il titolo è la quantità di oro puro di cui è composto l’oggetto prezioso rispetto al suo peso.

Il termine che viene usato più comunemente per indicare il titolo, è la caratura in quanto l’unità di misura con cui viene espressa la percentuale di oro puro nei gioielli è il carato (Kt).

L’etimologia del termine carato deriva dal termine greco keration che stava ad indicare i semi di carrube che venivano usati come contropeso delle pepite d’oro, in quanto si riteneva che fossero tutti uguali.

Tornando ai giorni d’oggi, si sa che i gioielli non possono essere realizzati unicamente con l’oro puro, il cui simbolo chimico è Au, perché questo metallo prezioso è particolarmente duttile e malleabile.

Un gioiello di oro puro infatti non potrebbe reggere nel tempo la forgia che i maestri orafi gli conferiscono.

Quindi è necessario legare l’oro con altre leghe, più o meno preziose, per renderlo più resistente.

Pertanto, quando si decide di acquistare un gioiello, occhio alla punzonatura cioè quella targhetta impressa nel metallo che deve trovarsi all’interno degli anelli o comunque in zone nascoste di qualunque gioiello dichiarato in oro.

Punzonatura Oro

La punzonatura dell’oro ci rivela la quantità di oro che si trova tra i metalli che compongono il gioiello.

In Italia, al massimo, un gioiello può contenere il 75% di oro puro (oro 18 carati) e la restante parte può essere composta da altri metalli come il platino, il palladio, il rame o l’argento.

L’art.17 del D. P. R n. 150 del 2002 cosi recita testualmente: <<Il titolo si appone facendo precedere le cifre indicanti i millesimi e i decimi di millesimo di metallo fine, dai simboli Pt, Pd, Au, Ag, rispettivamente platino, palladio, oro e argento e facendolo seguire da 1000 o dal simbolo del millesimo>>

Pertanto, in pratica, ciò che dobbiamo controllare, magari con una piccola lente d’ingrandimento, è la presenza di una targhetta impressa nel metallo composta da due parti: una a forma di losanga che deve contenere la sigla <<Au 750 °/oo>> oppure soltanto <<750>>.

Oltre ai gioielli 18 carati che riportano la sigla 750, esistono anche gioielli 14 carati che riportano la sigla 585, quelli da 10 carati con il punzone 417, da 9 carati con 375, ed infine i preziosi da 8 carati con la sigla 333.

Bisogna prestare attenzione a qualunque altra marchiatura perché potrebbe trattarsi di un falso.

Accanto al simbolo contenuto nella losanga vi si trova un marchio a forma di parallelepipedo che reca impresso il simbolo che identifica il produttore del gioiello.

Tale simbolo è composto da una stella a cinque punte, da alcuni numeri ed una sigla di provincia.

Per saperne di più, si può consultare la Guida Generale di Identificazione, dove è consultabile l’elenco di tutti i marchi identificativi, e le aziende produttrici a cui sono stati assegnati, riconosciuti legalmente in Italia.